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ENTEROVITAL è costituito dall’associazione di tre ceppi tassonomicamente identificati di fermenti lattici appartenenti a specie batteriche normalmente presenti a livello della flora intestinale, che sono stati liofilizzati per mantenere la loro vitalità, con inulina (fibra vegetale indigeribile) e lattoferrina, una proteina del latte appartenente alla famiglia delle transferrine, responsabili della captazione e del trasporto del ferro.
Ingrediente | Per 1 flaconcino | Per 1 bustina |
---|---|---|
Inulina | 1,2 g | 1,5 g |
Lattoferrina | 50 mg | 50 mg |
Probiotici (lattobacilli – bifidobatteri) | 7,5 mld | 10 mld |
Bifidobacteri (B. bifidum / B. lactis) | 2,5 mld | |
L. acidophilus | 2,5 mld | 9,5 mld |
L. plantarum | 2,5 mld | 400 mln |
B. longum | 100 mln |
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Inulina, è una fibra costituita da carboidrati non digeribili dagli enzimi prodotti dall’organismo umano, presente in diversi alimenti di origine vegetale. Giungendo nell’intestino senza essere digerita, l’inulina viene utilizzata dai batteri della flora intestinale che la fermentano per ricavarne nutrienti. Attraverso questo meccanismo l’inulina favorisce l’equilibrio della flora batterica intestinale, fungendo da prebiotico.
Lattoferrina, è una sostanza presente nel latte di tutti i mammiferi e nelle secrezioni delle mucose. È una siderofillina (particolare tipologia di glicoproteina): rappresenta la principale riserva di ferro nel latte. Riesce a legare il ferro e impedisce che specie batteriche patogene presenti nel nostro intestino lo metabolizzino. Ciò consente di favorire la riduzione della moltiplicazione dei batteri e la loro capacità di adesione alle mucose intestinali.
Probiotici (lattobacilli – bifidobatteri), nell’intestino umano vivono più di 500 specie batteriche, che compongono la flora intestinale. I probiotici (fermenti lattici) contengono microorganismi naturalmente presenti all’interno della flora intestinale e vengono somministrati allo scopo ricolonizzare l’intestino. In presenza di disturbi gastrointestinali, i probiotici sono utilizzati per riequilibrare la flora batterica intestinale. I probiotici, per la maggior parte, sono rappresentati dai lactobacilli e dai bifidobatteri, che regolano la motilità intestinale e garantiscono l’integrità dei tessuti del tratto gastroenterico.
Il tratto gastrointestinale è popolato dai microrganismi che costituiscono la microflora, il cosiddetto microbiota. Le specie e il numero di microrganismi presenti nell’intestino condizionano nel bene e nel male lo stato di salute dell’individuo che li ospita. Quando l’equilibrio della composizione della microflora intestinale si rompe, si parla di disbiosi intestinale. Ciò può provocare disturbi a livello dell’apparato digerente oppure in altri organi e apparati.
La microflora del tratto gastrointestinale rappresenta un ecosistema estremamente complesso. Si ritiene che la microflora sia composta da oltre 50 generi di batteri suddivisi in oltre 500 specie diverse. Si stima che il tratto gastrointestinale di un uomo adulto contenga 1014 microrganismi vitali, numero che è 10 volte superiore al numero di cellule dell’interno del corpo umano. Alcuni ricercatori hanno definito questa popolazione microbica come un ulteriore organo di dimensioni simili a quelle del fegato (1-1,5 kg di peso) e che svolge un numero di trasformazioni e reazioni biochimiche affine al numero di reazioni biochimiche svolte dal fegato stesso.
La disbiosi intestinale può essere indotta da cause facilmente identificabili, come una dieta inappropriata, una gastroenterite, una terapia antibiotica o l’abuso di alcol, ma più spesso concorrono più cause contemporaneamente. Tra le varie cause è di estremo interesse lo stress. Condizioni di stress ricorrenti o croniche determinano il frequente rilascio nell’intestino di sostanze, come il cortisolo e le catecolamine, che sono capaci di alterare la crescita e l’assetto del microbiota.
Condizioni di disbiosi sono state messe in relazione con numerosi stati patologici come la sindrome dell’intestino irritabile, le malattie infiammatorie croniche intestinali, la sindrome da fatica cronica, l’obesità, alcune forme di cancro.
A determinare l’alterazione del microbiota intestinale è un cambiamento delle condizioni dell’ambiente in cui questo si trova, il lume intestinale, o l’introduzione di sostanze che arrecano un danno diretto ai microrganismi che lo compongono, come gli antibiotici o l’alcol. Sottovalutare gli stati di disbiosi può esporre al rischio di innesco di disturbi cronici a livello dell’apparato digerente o in altri organi. Per affrontare la disbiosi intestinale è pertanto premessa indispensabile correggere eventuali comportamenti errati, come l’uso inappropriato di alcuni farmaci, l’introduzione di alcol, una dieta sbilanciata. A questo deve seguire l’introduzione di sostanze che proteggano i tessuti che costituiscono le pareti del tratto intestinale, che hanno subito insulti di vario genere e che quindi devono essere protette. Inoltre, bisogna favorire il ripristino dell’equilibrio della flora microbica sia mettendo a disposizione le sostanze per mezzo delle quali i batteri buoni possono proliferare, i cosiddetti prebiotici, sia introducendo i batteri buoni stessi, i cosiddetti probiotici. I prebiotici sono sostanze di origine alimentare non digeribili dal nostro organismo ma indispensabili per favorire lo sviluppo selettivo dei batteri intestinali buoni come i bifidobatteri e i lattobacilli, che rappresentano i probiotici, proliferano a discapito dei microrganismi potenzialmente patogeni e rafforzano le difese intestinali, riducendo i progressivamente i sintomi.