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Capillari visibili: drenare è la parola d’ordine

Arriva l’estate, si scoprono le gambe, ma allo specchio quelle sottili ragnatele violacee danno da pensare e puntare a eliminarle diventa il primo obiettivo, ma attenzione: la prima cosa da fare, invece, è capire esattamente di cosa si tratta attraverso una visita specialistica accurata. Il flebologo, infatti, attraverso la mappatura ecocolordoppler e lo studio emodinamico della circolazione venosa nelle gambe, metterà in relazione i capillari con le vene, stabilendo quale sia l’origine del flusso che alimenta i capillari e verificando che non ci siano problemi di incontinenza venosa.
Una volta appurato che i capillari sono originati dal tessuto adiposo generalmente sono di questo tipo quelli sulla coscia – si può procedere a impostare il trattamento. Perché la cellulite ha un impatto sui vasi? Il tessuto adiposo che si manifesta con la temutissima pelle a “buccia d’arancia” impedisce un corretto drenaggio del sangue, il deflusso sanguigno cerca quindi vie alternative ed ecco che piccoli rivoli rosso-violacei compaiono sottopelle. Cosa fare? Chiuderli significherebbe bloccare una naturale via di scarico che si riaprirebbe con maggior forza in seguito al trattamento. L’approccio corretto mira dunque a schiarire i capillari e fare in modo che si ricrei un drenaggio efficace e invisibile. La tecnica più comune in questi casi è la microscleroterapia.
Durante il trattamento, è utile l’assunzione di specifici integratori che aumentano il tono venoso, a cui spesso si associa il drenaggio. Facilmente reperibili in commercio quelli a base di estratti d’ippocastano (favoriscono la normale funzionalità del microcircolo) e Vitamina C, in grado di svolgere un’azione antiossidante e di supportare la fisiologica formazione del collagene per la normale funzionalità dei vasi sanguigni.