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Malnutrizione e malattia: un binomio da combattere

Oltre la metà, il 51%, dei pazienti oncologici che si recano per la prima visita nelle unità di oncologia nazionali presentano una compromissione nutrizionale, di questi il 42,4% è rischio di malnutrizione e il 9% è già malnutrito. Sono alcuni dei risultati di una ricerca italiana che per la prima volta ha analizzato lo status nutrizionale di circa 2000 pazienti nel Bel Paese, mostrando una situazione allarmante. Pubblicato sulla rivista Oncotarget, lo studio PreMio, acronimo di Prevalence of malnutrition in oncology, dimostra che ben il 15% dei pazienti italiani è a rischio malnutrizione. Nel complesso, in ospedale e nelle RSA un paziente su tre è malnutrito o ne è a rischio e nel caso di neoplasie il problema è particolarmente severo. Si stima che purtroppo un paziente oncologico su cinque muoia per questa causa: si tratta di circa mezzo milione di persone. A rendere ancora più grave la situazione è il fatto che anoressia, perdita di appetito e di peso, malnutrizione, sono comuni fin dalle prime fasi della malattia tanto da essere rilevabili già la prima visita oncologica.
Le cause
I pazienti oncologici possono perdere l’appetito per diversi motivi. Tra questi ci sono la sazietà precoce per il 69% dei soggetti, il cambiamento del gusto per il 40,3%, la nausea o il vomito per il 31,9%, il rifiuto e l’avversione per il sapore della carne (28,9%) e i disturbi dell’olfatto per il 16,8%.
In agguato la cachessia
Una conseguenza molto grave della malnutrizione è la cachessia, una condizione che si manifesta con una massiva perdita di peso e di tessuto muscolare. Più del 70% delle persone con cancro allo stomaco o al pancreas, più del 60% di quelli con diagnosi di tumore al fegato e colon retto, più del 40% di quelli con cancro di testa-collo e forme genitourinarie mostrano indice di massa corporea e perdita di peso compatibili con la diagnosi di cachessia neoplastica. Le conseguenze della perdita di peso, di muscolo o di nutrienti possono essere molto gravi. Per esempio questa condizione aumenta la tossicità indotta da radio e chemio terapie sulle cellule sane e rende quelle tumorali più resistenti al trattamento. Inoltre facilita l’indebolimento delle difese immunitarie, aumenta la frequenza dei ricoveri e peggiora la prognosi con un aumento della mortalità. Il 20% dei pazienti oncologici purtroppo non supera la malattia proprio a causa delle gravi conseguenze della malnutrizione. I tumori in cui il fenomeno si presenta con maggiore frequenza sono stomaco, esofago, pancreas, testa-collo e polmone, mentre le donne con tumore al seno sono quelle meno soggette a malnutrizione.
Una situazione diffusa
Si tratta di un problema che non riguarda solo l’Italia. Studi condotti in altre nazioni, come Germania, Francia, Spagna e Brasile hanno riportato percentuali di malnutrizione variabili tra il 25% e il 70%, con picchi di frequenza maggiore tra i pazienti oncologici. Nonostante l’elevata prevalenza e le ben note conseguenze negative di un’alimentazione inadeguata, non sempre il rischio viene preso in sufficiente considerazione. Eppure non si tratta di un effetto collaterale ineluttabile della malattia, anzi, è una condizione che può invece essere prevenuta o trattata, diventando reversibile.
Un aiuto in caso di carenza di vitamine A e D
Una alimentazione inadeguata o una condizione patologica, possono portare a carente apporto, ridotto assorbimento o aumentato fabbisogno di vitamine A e D. La vitamina A svolge un ruolo importante nel mantenimento del trofismo delle mucose, la Vitamina D favorisce l’assorbimento del calcio e del fosforo e aiuta la salute delle ossa. L’estratto di polline e la gelatina reale sono ricchi di aminoacidi essenziali, vitamine e minerali in forma facilmente assimilabile.