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Ferro e vitamina B: un sostegno per il sistema immunitario degli anziani

Combattere la carenza di ferro e di vitamina B nei soggetti sopra i 65 anni aiuta il sistema immunitario a invecchiare bene, riducendo il rischio di contrarre malattie infettive e garantendo un più alto livello di benessere generale e qualità della vita.
Tra i numerosi cambiamenti che nel processo di invecchiamento si associano alla funzionalità dell’organismo, il declino del sistema immunitario – o immunosenescenza – è uno dei più evidenti. In età avanzata, la risposta immunitaria presenta difficoltà ad attivarsi contro virus e batteri rendendo i soggetti sopra i 65 anni più vulnerabili agli attacchi di malattie infettive – come influenze e polmoniti, una delle principali cause di decesso nel mondo per questa fascia di età – ma anche maggiormente esposti al cancro e meno reattivi ai vaccini. Le attuali ricerche nel campo dell’immunologia nutrizionale evidenziano una connessione tra le carenze alimentari – piuttosto comuni nella terza età a causa di disabilità fisiche o mentali, presenza di patologie, utilizzo di farmaci, scarsa varietà della dieta – e la diminuita efficienza immunitaria negli anziani. Ecco perché l’integrazione di micronutrienti come il ferro e le vitamine del gruppo B può contrastare la progressiva perdita di competenza immunologica, favorendo il buon funzionamento dell’organismo.
L’importanza del ferro per combattere l’anemia senile Elemento indispensabile all’organismo, essenziale per il metabolismo cellulare e la respirazione aerobica, il ferro è un minerale che deve essere assunto giornalmente per il mantenimento di un adeguato stato di salute. Il corpo, infatti, richiede ferro innanzitutto per la sintesi di due importanti proteine: l’emoglobina, che permette il trasporto dell’ossigeno ai tessuti, e la mioglobina, deputata a fissare l’ossigeno all’interno dei muscoli. Altre funzioni del ferro riguardano la formazione di enzimi eme e altri enzimi coinvolti nel trasferimento di elettroni e di reazioni di ossido-riduzione che interessano la funzionalità di tutti gli organi. Non è infrequente, nelle persone anziane, riscontrare una carenza di ferro, che dovrebbe sempre essere attentamente monitorata per non incorrere in quella che viene definita anemia senile. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, si definisce anemia una concentrazione di emoglobina (Hb), nei globuli rossi del sangue, inferiore a 12 g/dl nelle donne e 13 g/dl negli uomini, una condizione che può rendersi più evidente con l’avanzare dell’età e che interessa complessivamente circa il 13% dei soggetti sopra i 70 anni. La correlazione tra ridotti livelli di emoglobina e declino funzionale nell’anziano è dimostrata: un’anemia non trattata può associarsi ad astenia, minore performance energetica e muscolare, aumentata morbilità e mortalità, deficit neurologici e cognitivi, depressione, aumentato rischio di cadute, danni cardiovascolari e renali, con conseguente compromissione dell’indipendenza e della qualità di vita degli anziani. Integrare per vivere meglio
La sideropenia e l’anemia sono però condizioni facilmente reversibili ripristinando la carenza di micronutrienti come il ferro e le vitamine del gruppo B tramite un’adeguata supplementazione, con evidenti benefici in termini di miglioramento della capacità funzionale delle persone in età avanzata. È quindi consigliabile farsi seguire da un medico esperto in nutrizione geriatrica che, a fronte di un periodico controllo dei valori ematici di vitamine e minerali, prescriva la corretta integrazione.