L’area del cervello responsabile della creazione dei nuovi ricordi e dell’esplorazione di nuovi ambienti si arricchisce continuamente di nuove cellule, e non solo in età evolutiva, ma per tutta la vita e perfino in terza età, ben oltre la settima decade di vita. A dimostrarlo un recente studio scientifico effettuato post mortem sul cervello, pubblicato su Cell Stem Cell (https://www.cell.com/cell-stem-cell/fulltext/S1934-5909(18)30121-8). Le nuove cellule cerebrali sono in grado di sostenere le capacità umane e sono importanti per le risposte emotive. Si tratta di una scoperta molto interessante, che, per esempio, può aprire nuovi scenari nell’obiettivo di mantenere la mente sana nonostante il passare degli anni. Si è visto che la neurogenesi, cioè la nascita e lo sviluppo di cellule nervose, prosegue fino a 80 anni nell’ippocampo umano. Questa è un’area del cervello che svolge un ruolo importante nella formazione delle memorie e nella trasformazione di quella a breve termine in quella a lungo termine.
E’ noto che in questa parte anatomica la neurogenesi negli adulti di primati e roditori smetta con l’invecchiamento. Al contrario si è osservato che gli esseri umani anche in età avanzata continuino a mostrare una neurogenesi, seppure calante, e un’angiogenesi indotta dall’esercizio, con una conseguente riduzione volumetrica nella regione neurogena del distretto dentario dell’ippocampo (DG). Lo studio citato ha voluto indagare proprio su questa caratteristica.
Lo studio
Lo studio si è basato sull’analisi delle autopsie di ippocampi da individui umani sani deceduti tra i 14 e i 79 anni di età. Sono stati trovati così un numero simile di progenitori neuronali intermedi e migliaia di neuroni immaturi nella DG, a sostegno di quanto ipotizzato.
Ciononostante, è emerso che gli individui più anziani hanno meno angiogenesi e neuroplasticità e una minore riserva di cellule progenitrici quiescenti. Tutto questo dimostra che la neurogenesi si conservi nelle persone anziane sane senza deterioramento cognitivo, malattia neuropsichiatrica o esposizione a trattamenti. È possibile che la continua neurogenesi dell’ippocampo sostenga la funzione cognitiva umana specifica per tutta la vita e che il declino possa essere collegato alla compromissione della resilienza cognitivo-emotiva, cioè della capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.
Un aiuto in più dallo stile di vita e dagli integratori
Questo studio conferma, come altri, l’importanza di mantenere attiva la mente, di fare esercizi, praticare attività motoria, coltivare hobby e mantenere vivi i rapporti sociali. Il cervello va continuamente allenato e sollecitato. Anche una corretta alimentazione è fondamentale. Oltre a tutto questo un supporto in più alle funzioni cognitive, sia di giovani che di anziani, può essere fornito da una supplementazione con sostanze come per esempio L-Acetilcarnitina e il Gingko Biloba.