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VISCOFLU bustine contiene N-acetil-L-cisteina associata ad enzimi ottenuti dalla fermentazione controllata di maltodestrine attraverso Aspergillus oryxae e Aspergillus melleus, con vitamina C e riboflavina, utili per aiutare a proteggere le cellule dallo stress ossidativo e, rispettivamente, per contribuire all’efficienza del sistema immunitario e per favorire il buon funzionamento delle membrane mucose.
Ingrediente | Per 1 bustina |
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N-Acetilcisteina | 300 mg |
Vitamina C | 200 mg |
Enzimi da maltodestrine fermentate | 33 mg |
Vitamina B2 (Riboflavina) | 1,40 mg |
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N-Acetilcisteina, è un derivato da un amminoacido naturale. Può essere assunta per via orale o sotto forma di soluzione da inalare tramite aerosol o spray nasale.
Vitamina C, è un componente essenziale della dieta umana. Gli esseri umani non hanno l’ultimo enzima coinvolto nella sintesi di vitamina C (la gulonolattone ossidasi) e quindi richiedono la presenza di vitamina C nella dieta per scongiurare la malattia da carenza, lo scorbuto. È un importante regolatore per la captazione del ferro in quanto promuove l’assorbimento del ferro non-eme nel tratto gastrointestinale. La vitamina C è anche un potente antiossidante e scavenger di radicali liberi. La supplementazione con vitamina C migliora alcuni importanti parametri della funzione immunitaria. Tra le indicazioni per la salute più evidenti vi sono la prevenzione e il trattamento del raffreddore comune, perché la vitamina C rafforza la risposta delle cellule del sistema immunitario contro i patogeni. Stimolando la produzione di collagene, la Vitamina C oltre a rendere la pelle più elastica e turgida, contribuisce alla normale funzionalità dei vasi sanguigni, delle ossa, delle gengive e dei denti.
Vitamina B2 (Riboflavina), è il precursore di coenzimi che collaborano con i catalizzatori coinvolti nella produzione di energia, essenziale per il funzionamento delle cellule. La riboflavina inoltre protegge le cellule dallo stress ossidativo e favorisce la salute delle mucose, oltre a contribuire all’integrità del sistema nervoso, della pelle e degli occhi. Coadiuva il metabolismo del ferro e partecipa alla produzione dei globuli rossi. l deficit di riboflavina si manifesta con stanchezza, fatica, disordini oculari, infiammazione della bocca e della lingua e lesioni della cute.
La rinite è dovuta all’infiammazione della mucosa nasale e si manifesta con congestione nasale, rinorrea e sintomi associati variabili, come il prurito, gli starnuti e l’anosmia. La rinite viene classificata in allergica o non allergica. La causa della rinite acuta non allergica è di solito un’infezione virale. La rinite non allergica può anche essere causata da agenti irritanti.
La rinite acuta, che si manifesta con edema della mucosa nasale, rinorrea e ostruzione delle alte vie respiratorie, è solitamente la conseguenza del raffreddore comune. Altre cause comprendono le infezioni batteriche. È spesso associata alla tosse, a febbre di lieve entità e agli starnuti.
La rinite cronica è generalmente una prosecuzione della rinite virale, infiammatoria o batterica. In questi casi si manifestano ostruzione nasale, rinorrea purulenta e sanguinamento frequente. Anche condizioni di scarsa umidità ambientale e la presenza di sostanze irritanti nell’aria possono causare l’insorgenza della rinite cronica.
La rinite atrofica è una forma di rinite cronica. Si manifesta con atrofia e sclerosi della mucosa nasale. La rinite atrofica è associata all’età avanzata e ad alcune malattie. Essa porta ad un allargamento delle cavità nasali, alla formazione di croste, alla colonizzazione da parte dei batteri, alla congestione nasale, all’anosmia e all’epistassi che possono anche divenire gravi.
La rinite vasomotoria è una patologia cronica, caratterizzata da periodi di remissione e di esacerbazione, in cui la congestione intermittente dei vasi sanguigni che irrorano la mucosa nasale causa rinorrea acquosa e starnuti. Le cause sono incerte e il clima secco sembra aggravare tale patologia.
Il trattamento delle varie forme di rinite comprende l’umidificazione dell’aria ambientale, l’impiego di farmaci o dispositivi medici decongestionanti, appropriati per il controllo della sintomatologia, l’uso di irrigazioni nasali, mentre le infezioni batteriche richiedono un adeguato trattamento antibiotico.
La sinusite viene definita come l’infiammazione dei seni paranasali dovuta a infezioni virali, batteriche o fungine oppure a reazioni allergiche. I sintomi che la caratterizzano comprendono l’ostruzione e la congestione nasale, la rinorrea con pus, e il dolore o la sensazione di pressione facciale. Talvolta si presentano anche malessere generale, mal di testa e febbre.
I fattori di rischio più comuni perché si manifesti la sinusite sono rappresentati dalle condizioni che ostacolano il normale drenaggio del seno paranasale, come ad esempio la rinite allergica e i polipi nasali.
Le sinusiti possono essere acute, se la completa risoluzione avviene in un tempo inferiore ai 30 giorni, subacute, se la completa risoluzione richiede dai 30 a 90 giorni, ricorrenti, se si manifestano 4 o più episodi nell’arco di un anno, o croniche, se la durata supera i 90 giorni consecutivi.
La sinusite acuta è quasi sempre di origine virale, causata da virus come quelli del raffreddore comune, dell’influenza e della parainfluenza, ma in alcuni casi si sviluppa un’infezione batterica secondaria causata soprattutto da streptococchi, pneumococchi o stafilococchi.
La sinusite cronica coinvolge molti fattori che possono concorrere nel causare l’infiammazione cronica, come le allergie croniche, le anomalie strutturali (per esempio i polipi nasali), l’inalazione di sostanze irritanti ambientali (per esempio gli inquinanti atmosferici) o il fumo di tabacco. I patogeni, che proliferano sulla mucosa a causa della situazione di sofferenza che si è venuta a creare, sono comunemente batteri e spesso danno luogo alla formazione dei cosiddetti biofilm sulla superficie della mucosa.
La sinusite acuta e quella cronica presentano sintomatologia analoga. I sintomi che spiccano sono la rinorrea purulenta, la sensazione di tensione e dolore al volto, la congestione e l’ostruzione nasale, l’iposmia, l’alitosi e la tosse produttiva, che si aggrava durante la notte. Spesso il dolore si manifesta in maniera più intensa nella sinusite acuta. L’area del volto sovrastante il seno paranasale affetto dalla sinusite può essere dolorante, tumefatta ed eritematosa.
Le strategie terapeutiche sono basate sull’applicazione topica di sostanze che inducano la vasocostrizione nasale e migliorino il drenaggio dei seni paranasali. Spesso vengono impiegati farmaci vasocostrittori, che però devono essere utilizzati per pochi giorni per evitare l’insorgenza di effetti collaterali, oppure dispositivi medici spray. Un’ulteriore possibilità è data dall’impiego delle irrigazioni nasali o degli aerosol. Nelle forme batteriche è indispensabile ricorrere agli antibiotici per controllare l’infezione. La sinusite che non risponde alla terapia antibiotica può richiedere un intervento chirurgico atto a migliorare la ventilazione e il drenaggio e per rimuovere il materiale mucopurulento denso e la mucosa ipertrofica. Queste procedure vengono effettuate per via intranasale con l’aiuto di un endoscopio e vengono accompagnate da appropriate terapie per scongiurare il rischio dell’insorgenza delle recidive.
L’otite media acuta è un’infezione dell’orecchio medio, causata da un virus o da un batterio, che in genere accompagna un’infezione delle alte vie respiratorie. Soprattutto nei bambini si manifesta dolore all’orecchio, spesso accompagnato da sintomi quali febbre, nausea, vomito e diarrea. Il trattamento prevede la somministrazione di analgesici e in alcuni casi di antibiotici.
L’otite media acuta si può presentare a qualsiasi età, ma risulta più frequente tra i 3 mesi e i 3 anni a causa dell’immaturità anatomica della tuba di Eustachio. La tuba di Eustachio consente la comunicazione tra la cavità timpanica e la porzione nasale della faringe (rinofaringe). È lunga circa 4 cm e presenta un orifizio timpanico, e uno faringeo. Stabilendo una comunicazione diretta fra la cassa del timpano e la faringe, permette il drenaggio nella cavità faringea del muco prodotto nell’orecchio, e mantiene un equilibrio di pressione fra l’aria racchiusa all’interno dell’orecchio e quella atmosferica. Al di sotto dei 3 anni di età, la tuba di Eustachio è strutturalmente e funzionalmente immatura e pertanto il suo angolo di inclinazione sul piano orizzontale è meno ampio ed è meno efficiente il meccanismo di apertura. Tutto ciò determina una minore capacità drenante del muco prodotto nell’orecchio che, ristagnando, dà luogo ai sintomi dell’otite media.
L’eziologia dell’otite media acuta può essere virale o batterica. Le infezioni virali sono spesso complicate da sovrainfezioni batteriche.
Nei bambini la terapia è basata su farmaci analgesici. Talvolta vengono impiegati gli antibiotici, che alleviano più rapidamente i sintomi e possono ridurre la possibilità di complicanze. Tuttavia, la comparsa di batteri resistenti agli antibiotici ha portato a raccomandare l’impiego di antibiotici solo in alcuni casi specifici.
Negli adulti i farmaci o i dispositivi medici decongestionanti migliorano la funzionalità della tuba di Eustachio e facilitano la risoluzione dell’otite media acuta.
Secondo l’Istat, in Italia la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) colpisce il 5,6% degli adulti (pari a circa 3,5 milioni di persone) e causa il 55% delle morti attribuite alle malattie respiratorie.
La broncopneumopatia cronica ostruttiva consiste in una progressiva limitazione al flusso aereo nell’apparato respiratorio causata da una risposta infiammatoria a sostanze tossiche o irritanti che vengono inalate, spesso il fumo di tabacco o altre sostanze inalate anche per motivi professionali. L’infiammazione cronica che si instaura, associata allo stress ossidativo, porta alla progressiva distruzione del tessuto respiratorio e all’eccessiva produzione di muco. Sono state individuate anche cause genetiche. La sintomatologia è caratterizzata da tosse produttiva, difficoltà a respirare (la cosiddetta dispnea) e respiro sibilante che si sviluppano nel corso degli anni.
La bronchite cronica viene definita come la condizione in cui si presenta tosse produttiva quasi tutti i giorni della settimana per almeno 3 mesi di durata per 2 anni consecutivi. La bronchite cronica diventa bronchite cronica a carattere ostruttivo quando compare anche l’ostruzione al flusso dell’aria.
L’enfisema è definito come la distruzione del tessuto polmonare che ne aumenta la tendenza al collasso. Ne consegue una limitazione del flusso aereo e l’intrappolamento dell’aria. Gli spazi aerei si allargano e possono infine formare delle sorte di bolle.
Vari fattori causano la limitazione al flusso aereo e le altre complicanze della broncopneumopatia cronica ostruttiva.
Le infezioni sia virali, sia batteriche delle vie respiratorie, alle quali i pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva sono particolarmente esposti, possono accelerare la progressione della distruzione del tessuto polmonare. Infatti, circa il 30% dei pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva presenta una colonizzazione batterica delle vie aeree inferiori, l’ostruzione al flusso dell’aria peggiora la clearance del muco, facilitando l’insorgenza delle infezioni, che aggravano ulteriormente l’infiammazione, accelerando la progressione della malattia. Tuttavia, non vi è evidenza che l’impiego a lungo termine di antibiotici possa rallentare la progressione della broncopneumopatia cronica ostruttiva.
Si verificano anche crisi acute durante il decorso della broncopneumopatia cronica ostruttiva, caratterizzate da un aggravamento dei sintomi. Spesso risulta impossibile accertare le cause di ogni riacutizzazione, ma solitamente vengono attribuite a infezioni virali delle alte vie respiratorie o a bronchiti batteriche acute o all’esposizione a sostanze irritanti. Con il progredire della broncopneumopatia cronica ostruttiva, le crisi acute tendono a divenire più frequenti, mediamente circa da 1 a 3 episodi all’anno.
Tra le numerose complicanze, anche molto gravi, della broncopneumopatia cronica ostruttiva vi è la perdita di appetito e di massa muscolare, soprattutto causati da infiammazione e stress ossidativo, fino all’innesco della cosiddetta sindrome da anoressia-cachessia, che aggrava ulteriormente il grado di sofferenza del paziente. Altre complicanze importanti sono rappresentate dalle malattie cardiovascolari.
La gestione della broncopneumopatia cronica ostruttiva implica l’impiego di appropriati farmaci, integratori alimentari e di ossigeno sia per il trattamento della malattia cronica, allo scopo di prevenire le riacutizzazioni e migliorare, nei limiti del possibile, la funzione respiratoria, sia per il trattamento delle riacutizzazioni stesse, sia per il controllo delle complicanze come la perdita di appetito e di massa magra.
La bronchite è l’infiammazione della mucosa che riveste e protegge i bronchi, le strutture ad albero che mettono in contatto i polmoni con l’ambiente esterno. La bronchite acuta è solitamente causata da un’infezione virale, mentre la bronchite cronica è il risultato di un danno alle vie aeree causato dal fumo di tabacco, dall’inquinamento atmosferico o da altre condizioni.
Generalmente nella bronchite acuta l’infiammazione è scatenata da virus, come quelli del raffreddore comune o dell’influenza, che avendo già colpito le prime vie aeree, come la laringe e la trachea, si estendono ai bronchi. Il sintomo più rilevante che il paziente percepisce è la difficoltà nel respirare (la cosiddetta dispnea), che si manifesta con il respiro sibilante, la tosse persistente, la sensazione di fiato corto, i disturbi del sonno e il senso di oppressione al torace. Altri sintomi caratteristici sono la febbre, il dolore durante la deglutizione, la debolezza ecc. In alcuni casi, soprattutto se la bronchite di origine virale viene trascurata, si può sviluppare una sovrainfezione batterica.
Se l’infiammazione bronchiale si protrae nel tempo si definisce la bronchite cronica, che è la condizione tipica dalla quale può svilupparsi la broncopneumopatia cronica ostruttiva. La bronchite cronica è rappresentata dalla degenerazione graduale delle strutture che costituiscono i bronchi e può divenire irreversibile.
La prevenzione della bronchite viene facilitata dalla riduzione o dalla rinuncia al fumo di tabacco. Infatti, il fumo irrita le mucose delle vie respiratorie e favorisce l’instaurarsi dei processi infiammatori. Lo stesso discorso vale per gli inquinanti atmosferici, dai quali però risulta più difficile difendersi. È estremamente utile che gli ambienti riscaldati siano umidificati.
Il trattamento della bronchite è diverso a seconda che si tratti di un episodio acuto, che questo sia di origine virale o batterica, o che si tratti di una forma cronica. Generalmente, nel caso di bronchite acuta causata da un’infezione virale, per il controllo dei sintomi, è sufficiente un periodo di riposo a letto, un’adeguata idratazione, l’uso di antinfiammatori, antipiretici e farmaci o integratori alimentari ad effetto mucolitico, assunti per via orale o applicati per via topica (ad esempio per aerosol). Nel caso delle infezioni batteriche è necessario ricorrere alla terapia antibiotica. La terapia della bronchite cronica prevede un trattamento più complesso e articolato che include diversi farmaci e una specifica terapia di riabilitazione respiratoria.